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Vicenza: una città d'autore

Pur se Palladio nacque a Padova, è a Vicenza che si trasferì molto giovane ed è sempre qui che iniziò la sua carriera lavorativa, come scalpellino prima e come architetto poi. A partire dal banco di prova dell'involucro del nucleo gotico del palazzo della Ragione, noto come Basilica palladiana, collocato proprio nel cuore della città, Palladio ritorna, negli anni Sessanta del Cinquecento a lavorare in città, sia per alcuni palazzi privati sia per due interventi legati alle ambizioni culturali e civili della città: la Loggia del Capitanio e il Teatro Olimpico, opera purtroppo portata a termine solo dopo la morte del maestro, le cui scene fisse in legno e stucco furono realizzate successivamente da Vincenzo Scamozzi. Il volto attuale di Vicenza, infatti, deriva in larga parte dal rinnovamento architettonico che la città subì tra Quattrocento e Cinquecento, di cui protagonista assoluto è Palladio, sostenuto dall'elite aristocratica vicentina. Gli interventi più celebri sono i palazzi Valmarana e Barbaran da Porto - sede oggi del Centro Internazionale di Studi Andrea Palladio e del nuovo Palladio Museum - ma bisogna ricordare anche Palazzo Chiericati, Pojana, Iseppo da Porto e Da Schio.

Vicenza. Loggia del Capitanio

Vicenza. Loggia del Capitanio

Ma negli stessi anni in cui Palladio è impegnato nei lavori sopra citati, crea anche un'architettura di nuovo genere per le case di campagna, le celebri ville, che le nobili famiglie veneziane e vicentine vengono costruendo con la duplice funzione di residenza non urbana collegata a i piaceri e agli ozi della villeggiatura  e con quella di centro di aziende agricole di vasta dimensione. Dentro agli anni Cinquanta si collocano, infatti, alcune delle dimore più compiute e perfette dell'itinerario di Andrea, che interessano un po' tutte le province del Veneto, per arrivare alla celeberrima Villa Almerico detta La Rotonda, appena fuori Vicenza,  che chiude in un certo senso l'attività dell'architetto in questo campo.